GENGIVITE E MALATTIA PARADONTALE
In ambito dentale solitamente si considera come patologia primaria e più preoccupante la carie, questa è rappresentata da un fenomeno distruttivo che lo stesso paziente è in grado di evidenziare soprattutto se porta ad una situazione di dolore più evidente durante la notte.
L’occasione invece è per parlarvi di una patologia che ha un’importanza non secondaria alla carie ma che risulta più subdola e trascurata (a volte purtroppo anche dai miei colleghi): la malattia parodontale.
Un breve cenno di anatomia è utile per comprendere meglio di che cosa si tratta.
Il dente è inserito nelle ossa mascellari in una sede, detta alveolo, circondata da osso, detto alveolare.
Il cemento che ricopre la radice del dente è legato ad esso attraverso una struttura elastica chiamata legamento parodontale mentre esternamente l’osso è ricoperto dalla gengiva.
La malattia parodontale non è altro che un processo di distruzione a carico di questo tessuto di sostegno del dente che porta a formazione di tasche se localizzato e a mobilità del dente se esteso all’intera radice.
Le cause di questa malattia, per la medicina tradizionale, sono da ricondursi alla placca batterica e al tartaro abbinati, in alcuni casi più gravi, a deficit immunologici.
Tra i fattori concausali si riconoscono il fumo, l’alcool e lo stress.
La diagnosi viene effettuata impiegando uno strumento millimetrato detto sonda parodontale che viene inserito nello spazio tra la gengiva e il dente, cioè dove la gengiva, detta libera, è normalmente staccata dal dente stesso.
Se siamo in buone condizioni di salute la sonda penetra per circa 2-3 mm., ma se l’osso sottostante ha subìto un processo di riassorbimento il sondaggio risulta superiore a 4 mm.
La misurazione (abbinata ad un’indagine radiografica) consente di classificare la gravità della patologia che va dall’iniziale gengivite (rossore, gonfiore e sanguinamento gengivale, senza sondaggio patologico) alla successiva compromissione dell’attacco parodontale (presenza di gengivite e sondaggio superiore a 4 mm.)
Naturalmente l’approccio olistico prevede considerazioni più ampie: il cavo orale non può essere estrapolato dal contesto dell’organismo in generale ma considerato come parte iniziale del tratto gastrointestinale (un apparato che svolge funzioni molto importanti).
Infatti viene da chiedersi se la flora batterica patogena orale, che causa questa grave malattia, possa avere un qualche rapporto con quello che succede “più in basso”….
Il sano cavo orale presenta normalmente una flora batterica in cui i batteri patogeni rappresentano un numero esiguo rispetto a quelli “eubiotici” che svolgono un ruolo di protezione.
Ma pure il restante tratto gastro-intestinale risulta ricoperto da batteri (pari a circa 1,5 Kg!) che svolgono diverse funzioni importanti anche per quel che riguarda la capacità immunitaria.
Possiamo dedurre quindi quanto si possano influenzare a vicenda gli stati delle diverse mucose del tubo digerente nel caso in cui i batteri patogeni prendano il sopravvento e creino una condizione di disbiosi.
A mio avviso quindi lo stato del cavo orale non può prescindere dal resto dell’apparato digerente ed è per questo che è diventata mia consuetudine seguire i pazienti affinché la salute dell’apparato digerente in toto possa essere recuperata.
Accanto ad una attenta diagnosi della malattia parodontale e ai tradizionali trattamenti di igiene orale (e nei casi più complessi, di chirurgia orale) l’Aloe Vera Gel può essere un supporto molto importante ed utile per: l’effetto disintossicante che consente quindi di facilitare l’eliminazione delle tossine attraverso l’intestino e tutti gli organi drenanti ad esso correlati portando ad un “sollievo” delle mucose irritate, per l’effetto cicatrizzante che permette il recupero dell’integrità della barriera mucosa nella parte di intestino che si occupa dell’assorbimento e in quella che si occupa dell’eliminazione delle scorie e per l’effetto pre-biotico che consente il nutrimento dei batteri eu-biotici che in presenza di una mucosa ristabilizzata potranno ricolonizzare le stessa e presiedere di nuovo alle loro funzioni di protezione immunitaria, di assorbimento vitaminico ecc.
Inoltre le vitamine e i Sali minerali presenti nel gel di aloe vera consentiranno un’integrazione ottimale (ormai indispensabile per tutti) al fine di un recupero, e quindi la guarigione di tutte le zone irritate.
A tal proposito il mio consiglio è quello di effettuare uno sciacquo di circa 2 minuti prima di ingerire l’Aloe Vera Gel anche per sfruttare l’azione anti-batterica e anti-infiammatoria dello stesso a livello gengivale.
Naturalmente è importante, sia durante il trattamento odontoiatrico che successivamente, fare propria questa abitudine per consentire la regolare introduzione di tutto ciò che serve per mantenere l’intestino pulito e quindi le gengive in buono stato.
Non bisogna ovviamente dimenticare un’igiene alimentare corretta, l’uso del Bright Toothgel ( che eventualmente miscelato con qualche goccia di Aloe Vera Gel può fungere da collutorio) e l’assunzione periodica di Active Probiotic (soprattutto nei casi in cui siano necessari interventi chirurgici).